imparando. Perché voltiamo pagina in fretta senza premurarci di scrivere, nero su bianco, la lezione che Madre Natura ci sta impartendo. I cambiamenti climatici non solo sono in atto ma stanno già causando grosse conseguenze per tutti noi. Quelle legate a questo fatto sono ancora sotto i nostri occhi e ricordarcele farà del bene alla sicurezza di tutti e a chiunque adori la montagna e le escursioni che essa è in grado di offrire. Ecco cosa è accaduto e cosa non dovrebbe più accadere..
La frana dello Scersen, i fatti
Capiterà a molti alpinisti diretti alla celebre Biancograt al Bernina di osservare la cicatrice della grande frana staccata dalle pareti del Piz Scerscen e la grande colata che, incanalata tra le gigantesche morene storiche della Vadret da Tschierva, ha percorso oltre cinque chilometri verso la verdeggiante Val Roseg. Accadde sono tre mesi, quando la parete venne giù trascinandosi appresso parte del ghiacciaio pensile aggrappato alla cima del Piz Scerscen. Numericamente s’è trattato di milioni di metri cubi di diorite frammista a ghiaccio franati sulla sottostante vedretta e poi scivolati quasi millecinquecento metri più in basso.
Lo studio
La frana dello Scersen ha il suo senso scientifico grazie al fatto che, per gli studiosi del ghiaccio e del clima, simboleggia un caso studio emblematico della crisi della criosfera alpina, che è:
“Tutti gli spazi dove l’acqua è presente allo stato solido, comprende la neve, ghiacciai e permafrost. La variabilità della criosfera rappresenta un chiaro indicatore dei cambiamenti climatici. “
E’ un passaggio per nulla banale. Mentre il ritiro dei ghiacciai è, infatti, facilmente visibile in natura, le modificazioni del permafrost, al centro esatto della montagna, sono molto più ardue da individuare e registrare. Esattamente come neve e ghiaccio in superficie, il permafrost reagisce sensibilmente ai cambiamenti di temperatura, sia sotto forma di fusione che di degrado e modificazione delle sue proprietà meccaniche.
La frana dello Scersen cos’è
Così viene definita dai media di settore:
“Si tratta della fase finale di un processo di deformazione in corso da tempo, correlabile con una progressiva propagazione dell’onda termica estiva 2023 (quella con temperature record) all’interno della montagna, entro un ammasso roccioso già interessato da una serie di crolli premonitori al contorno della nicchia attuale.”
Si evince che la presenza d’acqua, piovana e di fusione glaciale, a quote elevate, oltre a penetrare all’interno delle fratture, funga da efficace trasmettitore di calore, in grado di accelerare le modificazioni del permafrost, che di fatto è la scintilla che dà il via alla frana stessa.
Il monito
Per la sicurezza in montagna di tutti è basico mettere a fuoco le interrelazioni con le forze viventi come i ghiacciai, da cui dipendiamo e da cui ci siamo invece dissociati pian piano. Si fa fatica a registrare i cambiamenti climatici anche se ci siamo dentro. Aiutiamoci a tenere gli occhi aperti.
Aiutiamoci a tenere alta l’asticella della sicurezza.
I nuovi strumenti di MountaiNow
In questo, inoltre, vi supportiamo anche noi con la nostra app e le sue aggiunte di molte nuove caratteristiche tra cui queste principali.
Con la nostra app e le sue aggiunte di molte nuove caratteristiche tra cui queste principali.
Altezza della neve
E’ una nuova icona è disponibile per condividere l’altezza della neve. Facilmente misurabile con una classica sonda da sci alpinismo, la condivisione di questa osservazione fornisce informazioni in tempo reale sulla quantità di neve e contribuisce direttamente alla ricerca sul clima, soprattutto se essa viene fatta sui ghiacciai.
Nuovi livelli di mappa
Si tratta di un insieme di itinerari per lo sci alpinismo, il trekking o il mountain bike. Possono anche essere proiettati dal vivo durante la registrazione di una traccia GPS.