Guido Rey, chi era costui? Fotografo, alpinista e scrittore… era un letterato che ha legato il suo nome alla Gran Becca e che fu protagonista anche di salite notevoli nelle Dolomiti e sul Monte Bianco. La riscoperta delle sue gesta e la volontà di tenere alta la memoria è basilare per la cultura italiana e non solo. Lo sanno bene gli amanti della montagna che cercano di tramandarne la biografia e l’amore alle nuove generazioni, a cui il suo esempio ( e quello di altri grandi) potrebbe fare molto bene. Ecco un estratto della sua biografia.
Guido Rey, chi era
Lo sapeva bene quell’Edmondo De Amicis che divenne celebre con “Cuore” che, commentando il libro di Rey “Il Monte Cervino” del 1904, scrisse così:
“Nell’alpinista v’è il poeta, il pittore, il pensatore, il cittadino; un cuore aperto a tutti i sentimenti gentili, una mente curiosa di ogni scienza, un osservatore che sulla montagna vede lontano (…) mille cose che i più non vedono.”
I due si conoscevano perché frequentavano il Grand Hôtel du Mont Cervin di Breuil, che diverrà la futura Cervinia. L’albergo era il ritrovo di alpinisti e gente di cultura. Ecco come ne parlano gli storici:
“De Amicis lo frequentava con il figlio Ugo, alpinista provetto, che era diventato amico e compagno di scalate di Guido Rey. Fra i corridoi e le sale dell’hotel si incrociavano la crème dell’alpinismo, che lo utilizzava come punto di partenza per le ascensioni del Cervino dal lato italiano, e vari letterati dell’epoca che subivano il fascino della montagna, da Matilde Serao ad Arrigo Goito e a Giuseppe Giacosa.”
La passione di Guido Rey per il Cervino
Quello che rese celebre Rey nel mondo delle escursioni fu la sua passione per questo monte. Un colpo di fulmine che risale al 1874, quando aveva solo 13 anni. La storia dice che suo zio lo aveva trascinato nella sua prima scalata su una vetta da lui definita “modesta”, il Monte Bo sulle Alpi Biellesi (2556 m). Da là partì tutto:
“Guido è un rampollo della Torino bene di quegli anni. I suoi genitori, entrambi di origini francesi, erano abbienti. La madre Lidia discendeva da una famiglia nobile fuggita in Piemonte dopo la Rivoluzione Francese, mentre il padre Giacomo era industriale nel settore tessile. È una storia vecchia come il mondo: quale genitore non sogna di avere un figlio maschio che prosegua la sua attività? Giacomo Rey puntava su Guido. Finito il liceo classico, lo spedisce più volte anche all’estero, perché familiarizzi con clienti e fornitori. Oltre a occuparsi degli affari di famiglia, a Londra il giovane Rey è ammaliato dal mondo dell’alpinismo e dagli alpinisti. Londinese è Edward Whymper, che aveva conquistato il Cervino quando il piccolo Guido aveva solo quattro anni e che molti anni dopo Rey avrà l’emozione di incontrare casualmente mentre scendeva dal Colle del Teodulo, come racconta nel suo libro.”
Ovviamente finisce che il tessile non entusiasmi Guido Rey. L’apice della sua carriera avviene nel 1900, quando conquista la cresta di Zmutt del Cervino. In seguito, scala diverse vette sul versante francese del Monte Bianco, poi negli anni che precedono lo scoppio della Prima Guerra mondiale si dedica alle Dolomiti:
- Catinaccio
- Marmolada
- Torri del Vajolet
- Antelao
- Tofane
Oltre le due mostre su Guido Rey, conta la memoria che continua ad essere accesa sulle sue imprese. Godetevi anche voi la stessa passione ma sempre col massimo della sicurezza.
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