Rischi in montagna: la lezione del biker ucciso per sbaglio

Rischi in montagna: la lezione del biker ucciso per sbaglio

Rischi in montagna? Tra i pericoli della montagna ce ne sono tanti noti. E’ ovvio che stare in mezzo alla natura selvaggia aumenti il livello di attenzione dell’individuo che, normalmente, non deve difendersi da fiori velenosi, animali selvaggi e frane improvvise. Però esistono anche perigli più subdoli.

In questo particolare scenario è fondamentale conoscere le regole di comportamento tra amanti della montagna. Perché sapersi cosa fare quando si incrociano altri soggetti non è solo questione di educazione (che di per sé ha già il suo valore) ma anche di vera e propria sopravvivenza.

La (triste) storia del biker ucciso per errore ha in sé tutti i crismi dell’esempio perfetto.

Rischi in montagna? Uno dei meno noti è il non saper interagire tra soggetti. Ogni individuo deve avere un chiaro ruolo e deve fare in modo che questo ruolo sia intellegibile dagli altri.

La morte del biker in montagna

Tra i rischi in montagna ce n’è uno “raccontato” in cronaca. Un biker di 34 anni, Marc Sutton, originario del Galles, è stato ucciso da un cacciatore di 22 anni, mentre stava praticando mountain bike nei fitti boschi vicino a Montriond. Il biker si trovava lungo una pista di montagna conosciuta ma difficile da raggiungere, nei pressi della stazione sciistica di Les Gets, nelle Alpi francesi.

Il cacciatore, sotto shock, è stato condotto in ospedale e nei suoi confronti è stata avviata un’inchiesta per “omicidio colposo aggravato”. Il problema è che, con probabilità, il biker non si era vestito in modo tale da rendere evidente la presenza tra i fitti boschi.

Il galateo della montagna

Oltre a capire come vestirsi e quali comportamenti assumere, è bene capire come muoversi. Ecco una lista di consigli per seguire il bon ton ad alta quota:

  • Salutare sempre, perché  in montagna è una delle leggi non scritte che tutti più seguono percorrendo i numerosi sentieri italiani. E’ una forma di rispetto ma anche quasi di affetto che si instaura in un ambiente naturale ma anche selvaggio, dove per consuetudine ci si aiuta;
  • Aiutare chi è in difficoltà, perché è una sorta di riconoscimento che si è tutti sulla stessa barca, una sorta di solidarietà certa;
  • Insegnare ai bambini a non urlare, perché, anche se sono felici di vivere tra boschi e cieli sterminati, vanno subito istruiti sull’importanza di inserirsi in punta di piedi in questo mosaico;
  • Non sporcare, che sembra quasi pleonastico ma non lo è considerando la spazzatura che lasciano in giro i “montanari della domenica”.

 

*** Forse ti interessa anche leggere questo articolo sui fiori velenosi in montagnao per metterti in guardia su questi pericoli ***

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