Paul Pritchard chi è? Lo scalatore britannico-tasmaniano è un simbolo, una storia da conoscere e da diffondere. E’ la resilienza di un atleta di fronte a una tragedia come l’emiplegia causata da un incidente. Uno stop a quello che è stato uno dei migliori scalatori a livello mondiale, riconosciuto in tutti i continenti. Il suo talento fu ghiacciato da un giorno maledetto. Durante una scalata di un pinnacolo roccioso della Tasmania a livello del mare, chiamato il Totem Pole, un sasso caduto dall’alto centra in pieno la calotta cranica dello scalatore britannico, lasciandolo riverso sulla cengia sui cui si trova, in un lago di sangue. La compagna di cordata scende da sola, risale la scogliera, percorre di corsa i vari chilometri che la separano dalla civiltà e riesce a organizzare i soccorsi.
Paul Pritchard, la malattia
A quel punto il Paul internazionale si ritrova emiplegico e soggetto ad attacchi epilettici. Ha il compito di imparare ex novo a parlare, ad alimentarsi, a scrivere, a camminare. Ad essere indipendente. La soluzione è un colpo di genio:
“Col triciclo reclinabile, il trike, compie viaggi difficilmente realizzabili anche per un normodotato, come salire al Campo Base dell’Everest partendo dal Tibet per scendere in Nepal. Torna a scalare sul facile, in falesia, e proprio in Italia, ad Arco, torna a salire da primo vie che per quanto di grado non superiore al terzo, di certo rimangono un’impresa davvero ai limiti per un emiplegico.”
Mensa sana in corpore sano. Paul Pritchard si mette a studiare la filosofia e della psicologia, i testi sacri antichi e recenti, occidentali e orientali, elaborando una sorta di autodisciplina del dolore e della sofferenza, trasformati in fattori di crescita, limiti da superare e non da odiare.
Di tutto ciò e di molto altro Paul racconta nei suoi incontri con il pubblico e da subito a colpirmi è la totale assenza di autocommiserazione e la calma interiore che lo porta a ridere di tutto e soprattutto di sé. A questo va aggiunto un complesso ritorno nel Tibet.
Le nuove avventure
Le difficoltà di questa nuova vita le racconta lui stesso con queste parole:
“Luca, lo sai che nel Tibet quando vedevano me e la mia compagna di viaggio passare con i trike in più occasioni ci hanno lanciato sassi ed altre porcherie. D’altronde vanno capiti, per loro esistono karma e reincarnazione, se in questa vita sei così mal messo chissà di quali crimini ti sei macchiato nella vita precedente…”
Una storia che insegna tanto a livello umano ma anche a livello di esperienza in montagna. Se anche ad un fuoriclasse come Paul Pritchard incidenti accadono, la sicurezza è davvero un tema caldo.
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