Morti in montagna? Se il 2024 è anno bisesto e quindi funesto, sembra in realtà che sia il 2023 il periodo nero per la sicurezza in montagna. Stando al bilancio dei 365 giorni che ci siamo lasciati alle spalle, risultano essere ben 21 le persone morte in montagna nel 2023 su un totale di 261 interventi. Cosa significa? Che le dipartite ad alta quota sono più che triplicate rispetto all’anno precedente quando erano 6 su 229 interventi. L’anno prima ancora, nel 2021, furono 12 su 215 e mentre nel 2020 furono 16 su 224. Brutto segnale. Significa che l’utente medio delle escursioni non s’incammina ben informato e, soprattutto, ben attrezzato. Cadute, scivolate e malori, diversi sono i motivi delle richieste d’aiuto. Ce lo racconta, con un’esperienza concreta sul terreno, la delegazione bresciana del Cnsas (Corpo nazionale Soccorso alpino e speleologico). Ecco come stanno le cose.
Morti in montagna: gli interventi
Se alto è il numero di decessi durante escursioni in montagna, c’è da capire cosa mette in pericolo i turisti. Stando ad un accurato report del Cnsas di Brescia, le principali cause per numero di persone soccorse riguardano questi punti:
- la caduta 112 (43,9%)
- la scivolata 26 (10,2%)
- interventi dovuti a malore 23 (9,0%)
Così commentano i numero gli addetti ai lavori:
“Significativo il dato di 20 persone soccorse per perdita dell’orientamento, 17 per incapacità, 5 per ritardo, una per sfinimento, tutte situazioni che si possono in gran parte prevenire con un approccio più attento all’andare in montagna.”
In alta quota ci si porta dietro anche… la testa.
Tra gli interventi di questi incidenti in montagna vanno annoverati anche 8 persone precipitate e 7 soccorse per caduta sassi. Il totale di ore di lavoro dei soccorritori è, quindi, pari a 5401, di cui 270 svolte da medici e infermieri del Cnsas, mentre i soccorritori sono stati attivati 1117 volte.
Dove e chi nella zona di Brescia
Se da un singolo luogo è possibile generalizzare un tema importante e spinoso come quello delle morti in montagna, è bene analizzare il dato di Brescia:
“A livello locale, le sette stazioni che operano in provincia di Brescia registrano rispettivamente: Breno 73 interventi, Edolo 29, Media Valle Camonica 7, Ponte di Legno 37, Temù 11, Val Sabbia 64, Val Trompia 40. Se si considera l’attività coinvolta, prevale l’escursionismo, con 108 persone soccorse (6,3%); a seguire mountain bike 20 (1,2%); auto-moto 11, lavoro 10, alpinismo 9, residenza in alpeggi 9, ferrate 8, funghi 6, sci alpinismo 6, caccia 4, arrampicata sportiva e turismo 2.”
Ora che ne sapete di più sul fatto che le morti in montagna sono una possibilità da tenere a mente, non spaventatevi. Semplicemente godetevi la montagna… ma sempre in sicurezza.
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