Il gigante buono della Val di Fiemme saluta la transumanza dopo 45 anni di attività e l’occasione diventa un festival e un modo per riflettere sull’importanza di alcuni mestieri legati alla montagna che non devono morire. Al secolo Ruggero Divan, ha trascorso buona parte della sua vita da solo con i suoi animali tra vallate bellissimi e cieli sconfinati. Diventa, giustamente, un simbolo di quanto fare il pastore sia un’attività lavorativa complessa dove occorre saper gestire persone, animali, strutture amministrative, adattarsi agli eventi e avere una memoria eccellente. Mentre si tenta di accendere i riflettori su questa situazione, in valle lo si festeggia.
Il gigante buono della Val di Fiemme, il festival
L’idea di tributarne l’operato in compagnia della sua gente è venuta al Regolano della Magnifica Pierangelo Giacomuzzi e a Valentina Musmeci, fotografa. E’ nato così il primo Festival della transumanza, col chiaro scopo di rinnovare i legami tra i pastori e i turisti all’insegna della sostenibilità della pastorizia con il benessere dei valligiani e di chi frequenta le valli. Si tratta di una festa che viaggia di paese in paese che la stessa fotografa racconta così:
“La transumanza fa parte del patrimonio materiale e immateriale che abbiamo ereditato dai nostri antenati, una pratica millenaria in equilibrio con la natura e che può essere d’ispirazione per trovare soluzioni innovative alle questioni ambientali che affliggono oggi i nostri territori, fonte di spunti attuali di sostenibilità applicata e circolare. Soprattutto oggi che ci si trova di fronte a crisi climatiche e devastazioni ambientali, è utile riconoscere che la pratica millenaria della transumanza è un adattamento antichissimo alla scarsità di risorse nel susseguirsi delle stagioni. Sto lavorando ad un progetto internazionale con tre popoli nativi, Navajo Sami e Tibetani, incentrato sui cambiamenti climatici e sulla pastorizia a cui sono dediti, con le loro renne, yak e pecore churro.”
Le attività che ispira
La figura del gigante buono della val di Fiemme diventa fonte di creatività. La sua esistenza fa nascere percorsi di trekking presi dai “giri” che lui stesso per 45 anni ha fatto e conferenze dedicate ai pastori e alla cittadinanza con l’intento di sensibilizzare e suscitare riflessioni e condivisioni di esigenze che arrivino al mese di ottobre 2023 quando si terrà la discesa a valle delle pecore.
Girano voci sul fatto che la sua attività bucolica stia ispirando un libro e una serie tv. Entrambe occasioni per raccontare ai giovani, col loro linguaggio, cosa accadrebbe se scegliessero nuovi modi di guadagnarsi da vivere molto più rispettosi dell’ambiente e, più in generale, del Pianeta. Chissà se un giorno Divan e Greta Thunberg si incontrassero cosa ne verrebbe fuori.
Intanto l’uomo spiega che ha sempre vissuto la montagna col rispetto che merita prendendo le giuste precauzioni, vestendosi in modo adeguato alle altitudini e muovendosi ricordandosi che è natura selvaggia. Queste, non a caso, sono le premesse della sicurezza ad alta quota.
I nuovi strumenti di MountaiNow
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Altezza della neve
E’ una nuova icona è disponibile per condividere l’altezza della neve. Facilmente misurabile con una classica sonda da sci alpinismo, la condivisione di questa osservazione fornisce informazioni in tempo reale sulla quantità di neve e contribuisce direttamente alla ricerca sul clima, soprattutto se essa viene fatta sui ghiacciai.
Nuovi livelli di mappa
Si tratta di un insieme di itinerari per lo sci alpinismo, il trekking o il mountain bike. Possono anche essere proiettati dal vivo durante la registrazione di una traccia GPS.
Dati fotografici
Una volta che siete a casa, le foto possono essere condivise in un attimo. Non c’è bisogno di inserire la data o il luogo manualmente, l’applicazione lo fa per voi.