Vittime della montagna 2023, i dati non sono confortanti. Ora che la stagione sciistica è stata messa alle spalle, è tempo di tirare una riga quest’importante tema e riflettere, con coraggio, su quel che viene fuori. Lo fa chi di dovere e cioè il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico che ha ha reso noto il rapporto dell’attività di soccorso riferita al 2022. In sensibile rialzo è il dato dei decessi avvenuti in ambiente montano, +13,5% rispetto all’anno precedente per un totale di 504 vittime. In aumento anche le missioni di soccorso, +9,8% per un totale di 10.367. Le persone soccorse sono state 10.125 e quelle ferite 5.823. Bisogna chiaramente agire in tale senso.
Vittime della montagna 2023, i dati
Il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, sul territorio nazionale agisce con 7.000 operatori altamente specializzati, effettua soccorsi tecnici e sanitari in ambiente montano, in grotta e in ambienti impervi. Chi meglio d lui può raccontarci come sta messa la sicurezza in montagna? Ecco quello che è emerso:
“Tra i fattori che portano a richiedere l’intervento, caduta/scivolata (45,9% degli interventi), incapacità durante l’attività svolta (26,3%) e malore (13,7%). Solo il 3,7% sono stati i soccorsi dovuti al maltempo.
Le attività maggiormente coinvolte e cause degli incidenti sono, l’escursionismo (50,2% dei casi), la mountain bike (9,0%, con un trend in forte crescita di anno in anno negli ultimi 5 anni), lo sci alpino (7,8%), l’alpinismo (5,4%) e la ricerca di funghi (4,2%). Nel 2022 hanno perso la vita in ambiente impervio 504 persone con un importante incremento rispetto al 2021 (+13,5%). Le persone recuperate ferite in modo leggero sono state 4.297, quelle in maniera grave 1.298, e quelle con compromesse funzioni vitali 228.”
L’identikit medio della persona soccorsa
Chi è il soccorso tra le vittime della montagna 2023? Lo riporta con queste parole il report annuale:
“Si tratta di un uomo italiano tra i 50 e i 60 anni, leggermente ferito dopo essere scivolato in un’escursione durante il mese di agosto. L’84,7% dei soccorsi hanno interessato cittadini italiani, il 6,1% tedeschi e 1,1% francesi.
Dei 10.367 interventi, la ripartizione su base territoriale vede al primo posto di questa statistica il Piemonte con il 20,2%, seguito da Lombardia con 14,2%, Trentino con il 13,3%, Alto Adige con 11,5% e Veneto con 11,4. Meno dell’1% di interventi in Basilicata, Calabria, Molise e Puglia.”
Il presente
Si chiude un anno difficile che arriva dopo un biennio caratterizzato dall’assenza di maxi-emergenze legata soprattutto al Covid-19 che ci aveva tenuti tutti a casa. Ripresa l’attività ad alta quota riprendono anche gli incidenti dove l’apice è stato raggiunto lo scorso 3 luglio sul ghiacciaio della Marmolada quando lo slittamento del grosso seracco sommitale causò una valanga di ghiaccio e roccia che uccise 11 persone (di cui due guide alpine) e ne ferì 8. Dopo quella brutta storia sono arrivati interventi importanti nelle Marche e sull’Isola di Ischia:
“La montagna è un ambiente straordinario dove svolgere attività all’aperto ma, anche quest’anno, ci troviamo a condividere numeri che confermano il trend in aumento di incidenti che abbiamo già constatato negli anni scorsi. L’aumento delle temperature nelle grandi aree urbane spinge sempre più persone ad avvicinarsi alla montagna e alle relative attività in quota, questo comporta che molti degli infortunati spesso si trovano alle prime esperienze di attività outdoor in media e alta montagna.”
Non ci deve spaventare l’elevato numero delle vittime della montagna 2023 ma insegnarci che la montagna va affrontata con gioia ma sempre pensando anche alla sicurezza.
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