Ogni appassionato della montagna sa che la sicurezza è un valore importante da considerare in alta quota o, comunque, nelle escursioni. D’altronde si tratta di confrontarsi con la natura selvaggia che, in sé, è uno spettacolo unico ma ovviamente cela pericoli piuttosto consistenti. Lo dimostra la storia della morte di Atonios Sykaris che ha sconvolto tutta la comunità degli alpinisti. Scopriamo insieme i dettagli del tremendo incidente.
La morte di Antonios Sykaris
La notizia è ormai ufficiale e ha sconvolto tutti. L’alpinista greco Antonios Sykaris è deceduto durante la discesa dalla vetta (8.167m), raggiunta il 10 aprile 2022 alle 12.50 ora locale, a poca distanza da C3. Così recita il comunicato:
Purtroppo, è accaduto quanto di peggio può accadere in una spedizione di alpinismo. Antonios ha perso la vita mentre scendeva dalla vetta. A un’altitudine di 7.400m molto vicino al campo 3, alle 4:00 del mattino ora del Nepal, dopo un grande sforzo fisico e mentale e la mancanza di ossigeno supplementare.
La conferma della morte di Atonios Sykaris è stata data dal quotidiano The Himalayan Times che ha scelto di riportare fonti del campo base, le quali affermano con certezza che Sykaris sia deceduto per sfinimento:
“Insieme a lui c’era Dawa Sherpa, che ora è in attesa di una squadra di soccorso a C3. L’agenzia Seven Summit, per cui lavora Dawa, si è già attivata per salire ad assistere lo sherpa e recuperare il corpo del greco.”
Chi era Antonios Sykaris
Aveva 59 anni e una grande esperienza alpinistica alle spalle. Secondo i numeri riportati dal suo sito web:
“Aveva alle spalle 66 spedizioni in giro per il mondo e 615 vie alpinistiche e di arrampicata sulle pareti delle Grecia e non solo. La carriera in Himalaya inizia nel 1996, proprio con un tentativo sul Dhaulagiri.”
Negli anni Sykaris ha scalato:
L’obiettivo di Antonios Sykaris era di completare tutti e 14.8000 e diventare il primo alpinista greco a riuscirci.
Le dichiarazioni
Il greco, durante la discesa, aveva anche assistito all’incidente in cui ha perso la vita Atanas Skatov:
Tanti pensieri sono passati nella mia mente, quelli che tutti noi abbiamo e che a volte funzionano in modo scoraggiante per i nostri grandi progetti, per gli obiettivi così difficili della nostra vita. Le parole di un mio conoscente che spesso mi dice: ‘È abbastanza… Dio ti ha dato tutto, perché rischi la vita, perché lasci tutto alle spalle!
Abbassai lo sguardo e i miei occhi caddero su un suo libro intitolato ‘Myrto e la montagna’ di Kim Hilgard. Myrto è una mosca che vuole scalare un’alta montagna. Myrto, che sapeva la verità sui grandi progetti, dice: ‘Non ascoltare quelli che ti dicono che non ce la puoi fare, ascolta chi dice che ce la puoi fare e quando hai grandi progetti inizia subito a non pensare agli ostacoli e ai sacrifici che devi fare per realizzarli… Pensa solo che ci riuscirai’. E Myrto ha raggiunto la cima della montagna! Signore e signori, per la 67esima volta nella mia vita, riparto per una spedizione alpinistica fuori dalla Grecia.
Parto per la quarta volta sul monte Dhaulagiri, questa volta voglio davvero riuscire per me, per l’alpinismo greco, per i miei amici che sono scoparsi lì, per la corona dell’Himalaya, ma anche per qualcos’altro, la mia nipotina! Andiamo allora insieme al vertice! Perché la vetta che ci meritiamo è quella a cui non abbiamo mai rinunciato!
Quello che c’insegna la morte di Atonios Sykaris è che la sicurezza è sempre prioritaria in montagna. Tenetela alta.
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