Prendiamoci il tempo che siamo costretti a stare a casa per imparare cose nuove sulle montagne italiane. Nello specifico vi segnaliamo il Piemonte nord che è un paradiso che non tutti conoscono. Lo facciamo riportando questa bella intervista del Colonnello Maggiore Matteo Eydallin, atleta della nazionale italiana di sci alpinismo.
Chi è Matteo Eydallin
Nato e cresciuto in Val di Susa, a Sauze d’Oulx, l’alpino ha fin da subito iniziato a frequentare le montagne di casa. Su queste cime ha scoperto la passione e la predisposizione per la fatica. Di s’è racconta:
Come tutti ho iniziato con lo sci alpino, crescendo ho notato di avere una preferenza per gli sport di endurance. A farmi scoprire lo scialpinismo è stato Federico Acquarone, oggi un decano della disciplina.
Ecco l’intervista da cui si evince l’unicità e la bellezza del Piemonte nord.
L’intervista a Matteo Eydallin
Matteo, quanto tempo ti prende l’allenamento?
Non sono un fautore dell’allenamento sistematico. Ovviamente cerco di fare il mio, però amo anche variare. L’inverno in Piemonte offre molte opportunità.
Partiamo dal tuo sport, lo sci alpinismo… Cosa ci proponi?
“Le possibilità sono quasi infinite. A volte salgo verso nord dove esistono moltissime opportunità. Mi viene in mente la Val Formazza, una delle zone più nevose del Piemonte. Una mecca per gli amanti delle pelli che qui possono trovare gite per tutti i gusti. Una delle salite più classiche è quella che partendo da Riale porta alla vetta del Corno Cieco, la più alta cima della valle. Se invece si vuole provare l’esperienza di una giornata nella natura incontaminata consiglio Punta del Sabbione o Monte Giove. Impossibile non citare Punta d’Arbola, la regina della Val Formazza con i suoi suggestivi scenari glaciali.”
Rimaniamo nell’estremo nord. Uno dei centri più famosi della zona è Macugnaga, vero e proprio gioiello della cultura Walser…
“In inverno sembra un paese da fiaba. La tradizionali case walser si ricoprono di neve, le strade si trasformano e l’aria si fa più tersa regalando un colpo d’occhio sulla gigantesca parete est del Monte Rosa. È la più alta delle Alpi, con i suoi oltre duemila metri di dislivello. Macugnaga ha una lunga tradizione alpinistica, su quell’enorme bastionata di roccia e ghiaccio si sono mossi alcuni dei più forti del loro tempo, a partire dallo svizzero Matthias Zurbriggen, per arrivare all’italiano Silvio Mondinelli. Ma oltre all’alpinismo si può fare molto altro. Esistono due piccoli comprensori sciistici, Monte Moro e Belvedere, con opportunità sia per i principianti che per gli sciatori più esperti.”
Per gli amanti della neve fresca?
“Sicuramente anche Macugnaga offre belle discese nella polvere, ma vorrei parlare di un altro piccolo centro di tradizione Walser, Alagna Valsesia. Qui negli anni è stato creato un comprensorio per gli amanti della fresca. Con gli impianti si sale fino a Punta Indren, dove si apre un vero e proprio paradiso del freeride.”
Non dimentichiamo anche il piacere di una bella ciaspolata nella neve, magari fino al rifugio Pastore. Che ne pensi?
“Una salita piacevole, senza strappi troppo forti, tra boschi e antiche borgate. L’occasione giusta per divertirsi e gustare una buona polenta in rifugio. Da Riale, frazione famosa per la produzione del Bettelmatt, si aprono molte interessanti opportunità come il rifugio Maria Luisa o la Rupe del Gesso. Inoltre la strada per il Maria Luisa viene sempre battuta, per questo capita di trovare spesso qualcuno con la fat bike, le famose bici dalle ruote grasse. Ci si diverte un sacco sulla neve. Nei fine settimana poi diventa la patria dei ciaspolatori.”
Il vero punto di forza di Riale è la sua pista da fondo…
“Scivolare rapidi in questo anfiteatro naturale è sempre suggestivo. Sono circa 12 i chilometri di pista, veramente bella. Spesso, a inizio stagione, capita di incontrarvi qualche squadra nazionale in allenamento.”
Parlando di attività invernali abbiamo commentato alcuni piccoli villaggi di montagna. Un’ambientazione che arricchisce l’esperienza?
“Assolutamente, in ogni valle del Piemonte si trovano borghi caratteristici ricchi di tradizione e storia. Nella parte nord abbiamo i diversi centri di cultura Walser che caratterizzano fortemente il territorio. Ognuno ha le sue caratteristiche e offre diverse opportunità di scoperta. Un esempio è Rassa, in Valsesia. Paesello di una settantina di abitanti che conserva la sua struttura medioevale. Poco distante si trova Campertogno, che in inverno si trasforma regalando piacevoli sfumature. E ancora San Domenico, frazione di Varzo, in Ossola. Da qui si può partire alla scoperta del Parco Naturale dell’Alpe Veglia e Devero. Una citazione la merita anche Vogogna, rinomato tra i borghi più belli d’Italia e sede del Parco nazionale della Val Grande. Scendendo verso valle incontriamo poi Orta, sulle sponde dell’omonimo lago.”
Orta e il Mottarone…
“Che si alza a poco meno di 1500 metri. Dalla sua cima si gode di un panorama incredibile sul Lago d’Orta e su quello Maggiore, oltre a poter ammirare l’intera catena alpina piemontese innevata. Dal vicino Monte Rosa scendendo verso sud a incontrare il Monviso e dopo le Alpi Marittime. Ci troviamo su uno dei balconi più suggestivi del Piemonte. Qui, nel corso della stagione fredda si può sciare in pista godendo di uno scenario più unico che raro. La vera esperienza outdoor è quella che offrono i suoi versanti. Il Mottarone è frequentatissimo, sia in estate che d’inverno, dagli amanti della bici da strada e della mountain bike.”
Una buona alternativa per le stagioni poco nevose?
Esatto. Esistono tante vie che portano in vetta, sia da Orta che da Stresa. Ci sono itinerari sterrati e altri asfaltati. Si fatica, ma la ricompensa della vetta è incredibile.
Quindi, tirando le somme, il nord del Piemonte offre un inverno da vivere all’aria aperta…
“Sì, da vivere scoprendo il territorio nelle sue diverse sfaccettature. Ovviamente badando sempre alla sicurezza, soprattutto quando si parla di ciaspole, scialpinismo e freeride.”
Lo strumento della Ghost Track
Presto ci riprenderemo la nostra passione e lo faremo con una crescente sicurezza anche nello splendido Piemonte nord. Come? Per merito del nostro nuovo tool della Ghost Track. Tecnicamente si tratta di una traccia che può essere utilizzata come esempio durante il tracciamento GPS.
L’importante è specificare che non è pensata per essere utilizzata come traccia di riferimento o traccia guida. Non è prudente seguirla alla cieca! Controllate, invece, voi stessi le condizioni e modificate la vostra track di conseguenza. Come provarla? Vi basterà scaricare gli aggiornamenti dell’app (da Google Play o da AppStore) o visitare il nostro sito web ufficiale.