Gli amanti della montagna sanno che per tenere viva una passione così pura è necessario programmare e trovare i fondi giusti per realizzare gli interventi necessari. Ecco perché, in queste settimane, è partita dall’ascolto del territorio l’iniziativa di raccogliere le migliori idee da inserire nella programmazione dei fondi europei del Por Fesr 21-27. Il primo passaggio merita di essere analizzato perché è molto metaforico: il tema dell’incontro è stato scelto a Moggio Udinese per la presentazione delle strategie per le aree interne e l’avvio del percorso partenariale della prossima programmazione europea, alla presenza dell’assessore alle Risorse agroalimentari, forestali e ittiche e alla montagna, Stefano Zannier, e dell’assessore alle Finanze, Barbara Zilli.
Cosa dicono le istituzioni
Il punto su come gestire i fondi per montagna lo sottolineano i due esponenti dell’Esecutivo Regionale secondo cui:
si tratta di un’occasione storica per cogliere le migliori opportunità per il territorio montano a patto, come hanno evidenziato entrambi, di non disperdere le risorse in mille rivoli, ma cercare di avere una visione della programmazione generale strategica che mantenga le condizioni necessarie ai fini dell’occupazione, dello sviluppo economico e della natalità.
La Zilli entra nel tema così dicendo:
Negli anni i territori montani hanno beneficiato di grandi risorse, ma oggi è necessario che quelle risorse siano indirizzate a premiare il lavoro di squadra, con progettualità di area vasta che contengano anche la specializzazione delle comunità. Nel territorio montano si vive bene, il turismo della nostra montagna ha registrato un boom di presenze questa estate, ma dobbiamo proseguire sulla strada del contenimento degli sprechi.
Zannier invece chiosa così:
Che lo Stato faccia chiarezza sulle linee di intervento che intende perseguire, altrimenti c’è il rischio di uno stallo delle risorse di parte statale, a fronte di un lavoro ampiamente efficiente portato avanti dall’Amministrazione regionale.
L’esempio del Friuli Venezia Giulia
Per capire le potenzialità dei fondi per la montagna è utile entrare in une esempio concreto. Per il Friuli Venezia Giulia sono state individuate, fin dalla precedente programmazione, 3 aree interne afferenti al territorio montano:
- l’Alta Carnia;
- le Dolomiti friulane;
- il Canal del Ferro-Val Canale.
Queste tre aree agiranno in continuità anche sulla prossima programmazione 21-27. Ecco perché, in quest’ambito, la Regione ha illustrato la propria proposta che trova copertura nell’Obiettivo di Policy 5 del Por Fesr per la programmazione 2021-2027. I progetti riguardano:
la conferma degli interventi a favore dell’imprenditoria locale, in particolare nel settore turistico, per l’efficienza energetica con finalità legate ai cambiamenti climatici, per la filiera bosco-legno.
Cosa fare con i fondi per la montagna
Continuando nel concreto dell’esempio, tra le priorità evidenziate grande peso è stato dato al tema della cultura, mentre si rafforza il ruolo dalle tecnologie digitali. In particolare:
è stato individuato un programma di promozione turistica in chiave sostenibile di luoghi-simbolo riferibili al paesaggio evocativo alpino, che nell’area della Val Canale e Canal del Ferro riguarda il Monte Lussari (per la Carnia il monte Zoncolan, per le Dolomiti friulane il campanile della Val Montanaia).
Non solo. Fondi per le montagne significa anche prevedere un programma di intervento, anche strutturale, sui rifugi alpini, allo scopo di riqualificarne l’offerta e favorirne una gestione ecologicamente più corretta. Nello stesso programma sono stai messi dentro anche:
- l’adeguamento strutturale e funzionale di stabili di proprietà comunale da restituire all’utilizzo pubblico e sociale o a punti vendita di prodotti locali;
- la valorizzazione, l’accessibilità, la fruibilità di risorse naturali, musei e beni che possano sviluppare un turismo culturale diffuso sul territorio.
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