Notizia tremenda nel mondo degli appassionati della montagna. Un lutto tremendo ci ha colpiti in un momento davvero inatteso. La sorte di Matteo Berasconi, alpinista italiano famoso in tutto il mondo, ha avuto un epilogo che purtroppo fa parte del nostro settore ma sconcerta per l’esperienza del personaggio e per il momento di isolamento da Coronavirus che ci sta riguardando tutti. Cos’è successo? Vediamolo insieme.
La morte di Matteo Berasconi
Matteo Bernasconi, famoso alpinista dei Ragni di Lecco, è stato travolto e ucciso da una valanga in Valtellina. Il trentottenne, che risiedeva a Como, è stato ucciso dalla massa di neve alPizzo del Diavolo, ad alta quota, in una vallata alpina fra Ponte in Valtellina e Chiuro (Sondrio). L’allarme era scattato martedì in tarda serata. Il corpo senza vita dell’alpinista comasco è stato recuperato poco prima di mezzanotte. Lascia la moglie e un figlio di due anni.
Il ritrovamento
Il ritrovamento dell’auto all’imbocco della valle ha permesso di concentrare le ricerche nel canale della Malgina dove il suo corpo senza vita è stato individuato dopo qualche ora. Il recupero della salma è terminato grazie all’intervento dell’elicottero dell’Azienda regionale emergenza urgenza Lombardia, decollato dalla base di Caiolo (Sondrio). Alle ricerche hanno partecipato, oltre ai tecnici del Cnsas con le unità cinofile da valanga, anche i militari del Soccorso alpino della guardia di finanza.
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