Fiori velenosi in montagna: ecco quelli da conoscere per evitarli

Fiori velenosi in montagna: ecco quelli da conoscere per evitarli

Fiori velenosi in montagna? Ce ne sono diversi ed è importante che li annoveriate tra i pericoli della montagna per essere certi di avere sempre la guardia alta sul tema. Fin dalla notte dei tempi, d’altronde, l’umanità s’è confrontata con la questione dei veleni presenti in natura.

Ovviamente, col passare del tempo, il know-how sul ConiuTaxussono è cresciuto ma il pericolo è sempre in agguato. Infatti ancora ai nostri giorni si riscontrano casi di avvelenamento o intossicazione di persone per fiori. Solo nell’ultimo anno il Centro Antiveleni Italiano ha ricevuto 800 richieste di consulenza per sospetta esposizione tossica a sostanze vegetali.

E allora fate in modo che la parte selvaggia della natura delle montagne non vi sovrasti. Fate in modo che ne sappiate di più sull’argomento continuando a leggere.

Fiori velenosi in montagna? Li conoscete? E’ importante farlo per i vostri bambini che, in scenari mozzafiato simili, amano correre e giocare liberi e va bene, purché sappiano cosa possono fare e cosa no. Ecco qualche fiore velenoso da evitare in montagna.

Panace di Mantegazza

Tra i fiori velenosi in montagna, questo è proveniente dal Caucaso (venne introdotta in Europa come pianta ornamentale dagli inglesi) ma in Italia si trova in tante regioni montuose come:

  • Piemonte;
  • Valle D’Aosta;
  • Liguria occidentale;
  • Lombardia settentrionale;
  • Veneto;
  • Trentino, ma risultano sporadiche segnalazioni anche nelle zone di Cremona, Brescia e Bergamo e in Valcamonica.

E’ davvero una pianta da non toccare in montagna. Chiunque entri in contatto con la sua linfa, infatti, rischia ustioni della pelle, arrossamenti, bolle o vesciche che provocano lesioni anche permanenti. Non solo. Una minima quantità di linfa negli occhi può addirittura causare una cecità anche permanente.

Aconito Napello

Le apparenze ingannano e lo dimostra questo fiore blu violaceo, che è bellissimo e che si trova assai di frequente nelle zone alpine. E’ bellissimo ma molto periglioso.

La ragione è racchiusa nell’aconitina, un potentissimo veleno che agisce rapidamente anche a piccolissime dosi e che, se ingoiato, può provocare:

  • paralisi cardiaca;
  • parestesie diffuse in tutto il corpo;
  • vomito;
  • diarrea;
  • depressione respiratoria:
  • coma;
  • morte.

Mancinella

I fiori da evitare in montagna non sono pochi ma questo lo incontrò persino Cristoforo Colombo che chiamava i suoi frutti “piccole mele della morte”. La ragione sta racchiusa nella tossina chiamata “hippomane” che è presente ovunque nella pianta e la rende la pianta più velenosa al mondo.

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